Un approccio multidisciplinare per mettere in connessione competenze e professionalità diverse in grado di contribuire alla crescita di un settore che, seppur impegnato in prima linea nell’emergenza sanitaria, è per natura orientato al futuro. Con questa mission si terrà il 2 e 3 luglio 2021 al Centro Congressi Palaexpo di Veronafiere la seconda edizione di Innovabiomed, il network place per l’innovazione biomedica. L’evento, organizzato da Veronafiere in collaborazione con distrettobiomedicale.it., si svolgerà totalmente in presenza, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid.

 

 

Queste le parole di Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria Dispositivi Medici alla presentazione dell’evento: “Le imprese dei dispositivi medici hanno saputo far fronte alla pandemia facendo uno sforzo enorme per cercare di mettere a disposizione capacità produttiva, ma anche ricerca e sviluppo di nuove tecnologie. In pochissimo tempo abbiamo supportato le imprese di altri settori nella fase di riconversione, ma anche immesso sul mercato nuovi device per la diagnosi, la prevenzione e la cura del Covid-19. Penso ad esempio alla varietà di nuovi test, ma anche ai saturimetri diventati ormai di uso comune, ai ventilatori polmonari o i dispositivi di protezione monouso. Il mondo dei dispositivi medici è un universo dove meraviglia e scienza danno vita all’innovazione, che è alla base di 1,5 milioni di tecnologie per la salute e il benessere delle persone. In Italia il settore dei dispositivi medici conta 4.323 aziende, che occupano 94.153 dipendenti, oltre alle 329 start-up e PMI innovative, particolarmente attive negli ambiti delle biotecnologie, stampa 3D, robotica, materiali avanzati, Ict, fotonica e nanotecnologie. Per le sue caratteristiche, il mondo dei dispositivi medici è quindi campo privilegiato per lo sviluppo e applicazione di innumerevoli scienze e tecnologie, tanto da contare importanti tassi di investimento e innovazione. Complessivamente, nel 2019 in Italia, gli investimenti in ricerca e sviluppo sono stati pari a 934,5 milioni di euro. Quest’ultimo dato purtroppo, mette in luce una scarsa attrattività dell’Italia come Paese nel quale svolgere sperimentazioni cliniche nonostante la forte competitività scientifica e clinica del nostro SSN. Viviamo un momento straordinariamente unico per il nostro settore: 20 miliardi di investimenti del PNRR e nuovi Regolamenti che sottintendono tanti investimenti in studi clinici, che se messi a sistema con il rafforzamento della produzione delle nostre imprese potrebbero generare la ripartenza del nostro Paese dopo il Covid, migliorando contestualmente la salute degli italiani. In quest’ottica sarebbe anche importante favorire studi clinici precoci in modo da ottenere informazioni preliminari su una tecnologia medica innovativa durante il processo di sviluppo, soprattutto in un settore come il nostro caratterizzato dalla continua evoluzione tecnologica e dall’innovazione. Si parla sempre più di studi di fattibilità precoce (Early Feasibility Studies – EFS) e i vantaggi sono evidenti, incoraggiano l’innovazione e semplificano il processo necessario per garantire l’accesso al mercato di tecnologie di qualità, sicure ed efficaci. È un tema centrale e di grandissimo interesse per il nostro settore che avremo il piacere di approfondire proprio a Innovabiomed il prossimo 2 luglio. L’evento sarà l’occasione per discutere delle opportunità che gli studi potrebbero offrire alle nostre imprese e al Ssn”.