MAT3D è una spin-off interuniversitaria dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Parma operante nell’ambito dei materiali avanzati per la stampa 3D, tra le quattro migliori start–up al mondo secondo la StartUs Insights. Sviluppa, produce e commercializza polimeri innovativi e materiali compositi per la manifattura additiva con elevate proprietà termo-meccaniche e funzionalità avanzate.

 

In questo periodo di emergenza sanitaria legata al Covid-19 MAT3D si è messa a disposizione di ospedali, Protezione Civile, Università e imprese per mettere a punto prototipi di manufatti con stampanti 3D di elevata qualità e per sviluppare soluzioni innovative rispetto alle criticità registrate nell’ambito della logistica, della fornitura e dell’approvvigionamento delle merci.

 

Abbiamo intervistato Giampaolo Melli, direttore generale di MAT3D per parlare di presente e futuro della spin-off.

 

A quali progetti state lavorando?
“In questo momento di emergenza abbiamo spostato il laboratorio di ricerca che abbiamo all’interno dell’Università di Modena e Reggio al Tecnopolo di Reggio-Emilia e stiamo lavorando su tre progetti per l’emergenza Covid. Uno riguarda un sistema per la realizzazione di un dispositivo di telemedicina per il monitoraggio domiciliare dei pazienti, poi stiamo affrontando un altro progetto che riguarda Bpa indiretti per la ripresa delle attività negli ambienti di lavoro per garantire che le persone non vengano a contatto fra loro e il terzo progetto, partito prima dell’emergenza, riguarda un dispositivo per drenaggi toracici, in collaborazione con l’Università di Parma”.

 

Avete collaborazioni con il settore biomedicale?
“Con il biomedicale di Mirandola non abbiamo contatti diretti a livello aziendale, uno dei nostri soci collabora però con il distretto da molto tempo, a mio parere quello mirandolese è il più importante distretto biomedicale a livello mondiale”.

 

Che tipo di professionalità sono presenti all’interno della vostra struttura per avere una visione multidisciplinare?
“Le professionalità vengono da esperienze differenti. All’interno della compagine sociale ci sono due professori universitari esperti di varie tipologie di materiali, dai plastici ai ceramici. Io mi occupo dell’applicazione della manifattura additiva all’interno di processi industriali standard. Per quello che riguarda altre competenze, abbiamo al nostro interno ingegneri e chimici. Dal 2017 abbiamo due brevetti per ricerca e sviluppo, mentre per quanto riguarda la commercializzazione stiamo strutturando l’azienda con la dottoressa Manicardi, che segue la parte del business”.

 

I progetti nati in questo contesto di criticità legato al Covid-19 potranno avere un futuro anche dopo l’emergenza?
“Certamente. Noi abbiamo indirizzato le linee di lavoro verso questo tipo di emergenza e sicuramente un qualsiasi prodotto che viene inventato da MAT3D può essere applicato ad un settore medicale o biomedicale, lo si può fare oggi, lo si potrà fare domani”.

 

In che direzione si stanno delineando le innovazioni più interessanti per il vostro campo di attività?
“Stanno interessando soprattutto il settore dei materiali biocompatibili: la possibilità che dà la manifattura additiva di realizzare materiali arricchiti da componenti con caratteristiche di conduttività e staticità applicate ad un materiale polimerico è fondamentale in questo ambito. Un altro grande vantaggio è legato al fatto che la manifattura additiva permette, velocemente e a costi bassi, di creare componenti che normalmente non si potrebbero ottenere”.