Droni in grado di salvare vite. Così si può riassumere ciò che è stato presentato questa mattina
in anteprima ad Innovabiomed in fiera a Verona all’interno del convegno dal titolo “L’utilizzo dei droni in sanità – Il progetto Sky53”. Il progetto, di assoluta rilevanza, vede coinvolte realtà private e pubbliche quali le Concessioni Autostradali Venete e l’Istituto Superiore di Sanità che hanno dato vita a una creazione straordinariamente innovativa di sanità digitale. Il convegno, durante il quale ha avuto luogo una dimostrazione pratica di grande impatto anche visivo, ha visto protagonisti come relatori: Ugo Dibennardo, amministratore Delegato Concessioni Autostradali Venete – Venezia; Sabato Fusco, direttore tecnico Concessioni Autostradali Venete; Francesco Gabbrielli, direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’ISS; Roberto Calvi, direttore Tecnico presso Calvi Tecnologie, Pilota Istruttore UAV, Esperto di applicazioni di Droni e per lo sviluppo di Brevetti e Progetti Elettromeccanici e Medici e Eyal Regev, CEO Gadfin Sistemi di trasporto mediante Droni – Israele.
“L’obiettivo e l’ambizione di questo progetto – spiega Francesco Gabbrielli – è quella di riuscire ad utilizzare una parte del nostro territorio come fosse un enorme laboratorio di test per riuscire a validare un sistema che usa i droni per trasportare farmaci e materiale biologico, come sangue o addirittura organi per trapianti. Il maggiore utilizzo di questo sistema avverrà, però, per raggiungere con adeguati farmaci o materiale di soccorso situazioni di particolare disagio delle persone o per situazioni di emergenza. Questo sistema ci consente di ridurre tantissimo il tempo che passa dal momento in cui viene trovata una persona, ad esempio, in stato di incoscienza e il momento in cui viene applicato il trattamento di cui la persona necessita. Sottolineo la collaborazione pubblico-privato di tipo innovativo che abbiamo sviluppato, una collaborazione di cui abbiamo tantissimo bisogno nel nostro settore di sanità digitale ma che l’Italia, per
una serie di vincoli normativi creati nel tempo per limitare la possibilità di azioni illecite, stenta a realizzare. Questo progetto può sembrare un’innovazione tecnologica, ma in realtà è un’innovazione di processo che si approccia su tecnologie innovative”.
“Un coinvolgimento necessario – spiega Ugo Dibennardo – dal momento che gestiamo uno snodo fondamentale e strategico della viabilità a Nordest, in un’area dove sorgono poli sanitari d’eccellenza, ma soprattutto perché sfrutta l’infrastruttura tecnologica di CAV, già in uno stadio avanzato di sviluppo per l’utilizzo di droni allo scopo di monitorare le opere e il traffico. Come per la mobilità, anche l’assistenza sanitaria sta attraversando una transizione tecnologica epocale e in questo passaggio è fondamentale garantire un sistema di trasporto veloce, efficiente e sicuro per non compromettere l’efficacia del servizio”.
“La sicurezza – spiega Sabato Fusco – è uno dei requisiti fondamentali del progetto, sia per quanto riguarda il sistema di controllo di volo, che i droni stessi: questi ultimi sono dotati di sistema di comando ridondante, sistema laser anticollisione, sistema di emergenza in caso di interferenze elettromagnetiche e paracadute”.
Il trasferimento veloce di materiale medico-sanitario con droni è destinato da tempo a superare i limiti insiti nel tradizionale trasporto terrestre, spesso congestionato, con l’obiettivo di ridurre i tempi di spostamento, anche a medio raggio (circa 100 km). Una svolta necessaria se si pensa soprattutto ai servizi urgenti come il trasporto di organi o medicinali salvavita, in cui fondamentale risulta il fattore tempo e la rapidità d’azione.
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