L’emergenza sanitaria dell’ultimo anno ha reso evidente la necessità per il nostro Paese di puntare sulla ricerca scientifica e investire più risorse per l’innovazione nel settore dell’healthcare.
“In quest’ottica, si è ritenuto fondamentale dedicare una delle tre call del programma I-Tech Innovation 2021 al settore Life Sciences/Digital Health con l’obiettivo, nell’immediato di sostenere e accompagnare le start-up nel loro sviluppo imprenditoriale, scientifico e finanziario, e nel lungo periodo contribuire a colmare il grave ritardo evolutivo dell’Italia in ambito tecnologico rispetto alla media europea” dichiara Andrea Zanotti, presidente di Fondazione Golinelli. “Per il settore delle life sciences si erano pianificati investimenti per 5 start-up, ma ci si è dovuti scontrare con alcuni aspetti culturali endemici del nostro Paese – spiega Zanotti. La selezione finale ha prodotto una cerchia ristretta di solo 3 aziende innovative, peraltro molto valide e convincenti. L’impressione – ancora oggi – al terzo anno di attività e al terzo bando consecutivo, è che la formazione all’imprenditorialità sia quanto mai necessaria, ancor prima dell’investimento finanziario, in quanto alcune idee brillanti rischiano ancora di rimanere nei cassetti dei laboratori, se non ci sarà uno scatto in avanti complessivo della mentalità di tutti i protagonisti del “sistema” del trasferimento tecnologico e dell’innovazione. Le risorse non investite saranno certamente reinvestite nel 2022, ma crediamo occorra nel nostro Paese premere sul pedale dell’acceleratore, se vogliamo competere a livello internazionale” conclude Andrea Zanotti.
Le start-up saranno ora coinvolte in G-Force, programma di accelerazione di G-Factor, l’incubatore-acceleratore di Fondazione Golinelli rivolto a realtà imprenditoriali emergenti. I team avranno l’opportunità di intraprendere un percorso di supporto allo sviluppo dei loro modelli di business, ideato e costruito sulle specificità e necessità concrete di ogni singolo progetto, della durata di 7 mesi dal 12 aprile a fine novembre, con una prima fase intensiva fino a luglio, e una seconda fase di follow-up in remoto.
Nelle fasi iniziali di sviluppo di un progetto, la validazione tecnologica scientifica del prodotto/servizio va di pari passo con l’avvio imprenditoriale e manageriale del team, nell’alveo di un processo volto alla formulazione della più corretta value proposition da presentare gli investitori.
“Ma gli elementi fondamentali sono chi ti aiuta a fare tutto questo, e come ti aiuta. Noi, per le start-up, vogliamo essere quell’elemento che fa la differenza” afferma Antonio Danieli, direttore generale e vicepresidente di Fondazione Golinelli e amministratore unico di G-Factor. “G-Factor in appena trenta mesi dalla sua nascita ha valutato nel solo settore life sciences oltre 350 progetti, investito in 18 start-up, diventandone socio ed erogando migliaia di ore di accelerazione. G-Factor sta trasformando l’alto potenziale di scienziati e innovatori in realtà imprenditoriali in grado di affermarsi sul mercato con successo. Anche per I-Tech Innovation si tratterà di un lavoro di mesi che vede una stretta partnership con le start-up stesse di cui i promotori del programma, Crif e Fondazione Golinelli, sono già diventati soci. Dunque non ci sarà “un noi e un loro” ma una squadra unica con un obiettivo comune”.
La Fondazione Golinelli ha attivato un contest dal quale sono risultate vincitrici le seguenti tre Start-Up.
LE TRE START-UP
Drug Discovery Clinics s.r.l.Spin-off
Università degli studi di Torino
Drug Discovery and Clinic s.r.l. nasce con l’obiettivo di portare alla sperimentazione sull’uomo un nuovo composto denominato DDC#1 per la cura della Leucemia Mieloide Acuta e del COVID-19. Il candidato farmaco, frutto della ricerca di eccellenze dell’Università di Torino in ambito farmaceutico e clinico, è il risultato di un processo durato più di dieci anni e si posiziona in un mercato di grande innovazione per entrambe le patologie. Nel trattamento della Leucemia Mieloide Acuta, di cui in Italia si registrano circa 2000 nuove diagnosi ogni anno (19000 negli USA), DDC#1 induce selettivamente la morte delle cellule leucemiche salvando le cellule sane. Rispetto invece alle cellule infettate da virus, quali per esempio SARS-CoV-2 o le sue varianti, in presenza di DDC#1 il virus perde la capacità di replicarsi. Sostanzialmente il fatto che la molecola possa agire da antivirale ad ampio spettro, la sua alta potenza associata alla sua bassa tossicità rende il candidato farmaco molto competitivo sul mercato.
InSimili
Spin-off Università di Bologna
InSimili porta sul mercato un dispositivo che rende più veloce ed efficace il processo di selezione del farmaco attraverso la creazione, nella plastica di laboratorio, di un ambiente simile ai tessuti del corpo umano e quindi vicino a quello in cui il farmaco si troverà ad agire.Il progetto della start-up, che utilizza una tecnologia brevettata e che nel 2019 ha vinto la Start Cup competition Emilia Romagna, permette di superare alcune limitazioni della fase pre-clinica di sperimentazione di nuovi farmaci ,in quanto propone l’utilizzo di ambienti mimetici dei tessuti umani invece dei modelli attualmente utilizzati in vitro. L’obiettivo è di migliorare il processo di selezione del farmaco, diminuire i tempi e i costi dell’intero processo, limitare in fase pre-clinica l’utilizzo di modelli animali e in fase clinica il test di farmaci inefficaci sull’uomo.
NovaVido
Start-up indipendente
NovaVido nasce da un progetto di ricerca sviluppato nel corso di 10 anni dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova con la collaborazione dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). Il progetto si basa sull’utilizzo di protesi retiniche polimeriche per il recupero della vista a seguito di degenerazioni retiniche indotte da malattie come la retinite pigmentosa. L’idea è nata dal lavoro di due gruppi di ricerca, uno del Center for Nanoscience and Technology di Milano e uno del Center for Synaptic Neuroscience and Technology di Genova, che hanno traslato la tecnologia organica per produzione di energia solare al campo della biostimolazione e hanno dimostrato come l’impianto di polimeri semiconduttori all’interno dell’occhio di ratti ciechi a sostituzione dei fotorecettori, permetta il recupero quasi completo della visione. Lo scopo della start-up è sviluppare ulteriormente il prodotto, testarlo sull’uomo e infine commercializzarlo. La tecnologia, innovativa e rivoluzionaria nel suo campo, potrebbe migliorare le condizioni di vita di migliaia di persone in tutto il mondo.
Foto: Fondazione Golinelli
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